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La Madre dell'Acqua del Sud è Domnu, la Madre dei Fomoriani (1), così come Danu era la Madre dei Túatha Dé Dánann. Lei è la Donna dell'oceano. Regina delle profondità oceanine, Madre delle acque che evaporano formando le nuvole: e così la pioggiaovvero acqua -ritorna alla terra, penetrando in profondità nel terreno da cui emerge nelle sorgenti e nei fiumi. Domnu è legata al blu e ai riflessi dell'acqua. è anche la Luna Piena, una sfera splendente e argentata, che si riflette nell'acqua. I suoi animali sono la balena, la foca, il delfino, il salmone e tutte le creature che vivono nel mare. Come tutte le Dee marine, Domnu può essere dolce ma anche pericolosa e travolgente (il mare in tempesta). Nota di Lunaria: altre Dee marine sono Yemanja (Brasile), Obba (Africa; anche Oshun, pur essendo la Dea della bellezza e dell'amore, è spesso rappresentata intenta a bagnarsi dentro un
Info tratte da La Minerva Gallica: Cesare nomina per ultima tra le divinità galliche una Dea che lui identifica con Minerva. La Dea Sul (forse "Sole"), venerata a Bath, venne proprio identificata con Minerva, dicendo che era una Dea delle fonti, vale a dire, le acque termali (con l'epiteto di "Minerva Medica"); del resto i Celti veneravano le sorgenti in modo particolare (*). Nel suo tempio ardeva un fuoco perenne, e ciò richiama alla mente la Dea Vesta e la Dea irlandese Brigit. Cesare però la descrive come una Dea dei mestieri e del commercio. Già sant'Eligio, nel settimo secolo, metteva in guardia dall'invocare Minerva durante il tessere, il filare, il tingere, o tutti gli altri lavori
Chi sono gli Slavi e da dove provengono? Di fronte alla realtà diversificata e mutevole dei popoli slavi, dovremmo interrogarci senza sosta, definire e considerare i limiti ma anche le possibilità delle nostre conoscenze. Gli Slavi rappresentano un ramo linguistico e culturale distinto nel seno della famiglia indoeuropea. Probabilmente già nel Neolitico essi si concentrarono nelle Pianure dell'Europa orientale, fra la Vistola e il Dnepr. Popoli cerniera, si situano giusto al punto di intersezione fra due gruppi umani: quello indoeuropeo occidentale, i membri del quale adottarono la vita staziale degli agricoltori europei e quello indoeuropeo orientale, dispiegato nelle regioni steppose e semidesertiche, i cui movimenti furono spesso più complessi. Già a metà del primo millennio il popolo slavo prese a diffondersi a partire dal versante settentrionale dei Carpazi, su di una larga fascia procedente dall'alta Vistola al medio Dnepr, al Sud della Polonia attuale, alla Bielorussia e al Nord-Ovest dell'Ucraina. Una serie di spinte verso l'Ovest, il Sud e l'Est portarono gli Slavi in direzione dell'Elba, del Danubio e del Don per farli approdare dapprima sul Baltico e sull'Adriatico, poi al margine delle steppe a ridosso del Mar Nero e del Caspio. Situato a levante del nostro continente, quello slavo era un territorio accerchiato da etnie assai differenti -Balti e Ugrofinni a Nord e a Est, Germani a Ovest, Iranici a Sud; troviamo dunque i Croati tanto nella regione dell'alta Vistola, quanto sulle sponde dell'Adriatico; gli Sloveni, sui contrafforti alpini della Carinzia e dell'Istria come pure a Novgorod; i Serbi, sul corso superiore dell'Elba e a ovest dei Balcani, gli Obodriti lungo il Danubio e sulle coste del Baltico; i Poliani sulle rive della Vistola e
La mia tesi è che il linguaggio del mito poetico anticamente usato nel Mediterraneo e nell'Europa settentrionale fosse una lingua magica in stretta relazione con cerimonie religiose in onore della Dea-Luna, ovvero della Musa, alcune delle quali risalenti all'età paleolitica; e che esso resta a tutt'oggi la lingua della vera poesia -"vera" nel senso mitologico moderno di "originale non suscettibile di miglioramento, e non un surrogato". Questa lingua fu manomessa verso la fine dell'epoca minoica, allorché invasori provenienti dall'Asia centrale cominciarono a sostituire alle
Mito e arte. Il dibattito sul mito. Generalità sull'argomento trattato.
Nel saggio "La religione celtica nella letteratura irlandese e gallese" si mette in luce come, nonostante la mobilità delle loro nomenclature, le Dee della Gallia, della Britannia e dell'Irlanda fossero sostanzialmente simili. Sul continente si ha un'ampia galleria di Divinità Femminili -Rosmerta, Nantosuelta, Damona, Sirona, Nemetona e altre che figurano quali consorti di divinità maschili, così replicando l'accoppiamento della Dea-Madre con il Dio patrono della tribù o della nazione. Dea dell'abbondanza e fertilita'. Rappresentata con la cornucopia. Nantosuelta Dea compagna di Sucellos, Dio del martello Damona Dea degli animali domestici come pecore e mucche
Ripubblico, aggiornati, i miei scritti del 2013-2015 tratto da Simbolo estremamente complesso, usato fin dal Paleolitico. Appare nell'Egitto predinastico, a Creta, Micene, in Mesopotamia, India, Cina, Giappone, America pre-Colombiana, Europa, Scandinavia, Bretagna. Appare anche in Oceania ma non sulle isole Hawaii.
Bazùre (o Basàre) sono delle streghe presenti nei racconti popolari della zona di Alassio (SV). Un tempo vivevano nelle grotte che si affacciavano sul mare. A Toirano una grotta è stata chiamata "Grotta della Basùra" perché si pensava fosse la residenza di una di queste streghe marinare; in questa grotta venne scoperto un passaggio che conduceva ad altre grotte. Le Bazùre potevano influire sulla fertilità del bestiame, esercitavano influssi benevoli o malevoli sul vino e sul pane, (1) scatevano tempeste e provocavano litigi. Quando la tempesta infuriava, le Bazùre si avvolgevano nei loro mantelli e si ritrovavano sulla riva del mare; erano di aspetti diversi: alcune giovani e bellissime, altre vecchie e brutte; potevano mutare aspetto a loro piacimento.
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An English abridged version of this paper was published as “Arthurian Material in Italian Cantari” in The Arthur of the Italians, edited by Regina Psaki and Gloria Allaire. Cardiff, University of Wales Press, 2014, pp. 105-120.
Con l'affermarsi definitivo della cultura egemone razionalista, basata sull'ideologia tutta luminosa del Dio dei filosofi, più affidabile dello stesso Zeus come garante dell'ordine, e con il rifugiarsi del pensiero mitico nell'area della cultura emarginata, non c'è da stupirsi se la grande fioritura mitologica dei primi secoli dell'era volgare sia tutta incentrata attorno al problema del male.
Ladinia XLV, 2021
In questo articolo si dimostra che esistono delle figure del patrimonio leggendario alpino che attraversano tutto l'arco montuoso, mantenendo le stesse caratteristiche essenziali anche se di area in are, mutano appellativo e qualche dettaglio. Si rileva inoltre la caratteristica esclusiva della "Melusina" alpina e si mette in rilievo di come la mitologia ladina resti la più completa e la più ricca dell'intero arco alpino perché è stata meno danneggiata dalla Riforma che invece ha imperversato in Svizzera e le cui conseguenze si sono ripercosse anche sulla produzione valdostana.
2019
Il mistero del Monte Sibilla, in Italia, è un enigma antico e ancora inspiegato. La montagna innalza il proprio picco tra l'Umbria e le Marche. La grotta sulla cima è stata oggetto di visite, per secoli, da parte di uomini provenienti da ogni parte d'Europa, in cerca del leggendario reame sotterraneo della Sibilla degli Appennini. Una ricerca che non si è ancora conclusa. In questo articolo Michele Sanvico approfondisce una tematica che non è mai stata sufficientemente investigata fino a oggi: le radici medievali della leggenda della Sibilla Appenninica, in presenza di numerosi legami sussistenti con precedenti romanzi cavallereschi. Per la prima volta in assoluto, vengono sistematicamente presentati i dettagli, assieme ai riferimenti completi ai relativi manoscritti, a proposito dell'illustre discendenza della Sibilla Appenninica da una delle protagoniste principali del ciclo arturiano: Morgana la Fata. L'obiettivo primario di questo articolo è quello di disvelare i...
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